La leggenda di Capri e Vesuvio
Vesuvio e Capri, due delle bellezze naturalistiche più caratteristiche dello splendido Golfo di Napoli, sono i protagonisti di una delle Leggende Napoletane raccontate dalla giornalista e scrittrice Matilde Serao nell’omonima raccolta del 1881. In questa storia, infatti, la Serao narra della mitica genesi del Vulcano e dell’isola azzurra, all’interno di pagine che richiamano tanto alla mitologia classica greca e romana che agli Shakespeariani amanti veronesi Romeo e Giulietta.
Stando alla leggenda, c’è stato un tempo in cui Vesuvio era il nome del rampollo di una nobile casata partenopea, cavaliere dal temperamento fumantino, nonché membro di uno dei primi Seggi della città. Capri, dal canto suo, era una splendida fanciulla discendente di una famiglia napoletana di altrettanto rilievo, dai lineamenti delicati, con gli occhi cristallini come il mare del Golfo e bellissima come nessun’altra ragazza della città.
I due ragazzi, incrociatisi per caso, come spesso accade si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra al primo sguardo. Vesuvio sentì il cuore scoppiargli guardando gli occhi marini della ragazza, e Capri riuscì a calmare la natura irruente di lui. Il sentimento dei due giovani crebbe così di giorno in giorno e, “tra sussurri e bisbigli”, in breve Capri e Vesuvio non poterono più fare a meno di quella storia così pura e vera nata casualmente, giurandosi presto amore eterno.
Sfortunatamente, tuttavia, come per i Montecchi e Capuleti nel dramma di Shakespeare, anche tra le rispettive casate dei due innamorati non correva buon sangue, e così i genitori di Capri e Vesuvio iniziarono a tentare di ostacolare in ogni modo l’amore dei propri figli. Resisi conto che quel sentimento, però, era indissolubile, la famiglia della fanciulla decise di mandarla lontano da Napoli, facendola imbarcare su una feluca che prese il largo nelle acque del Golfo.
La ragazza, a quel punto, disperata all’idea di dover vivere il resto della vita senza la sua metà, recitò una breve preghiera guardando il cielo e decise di togliersi la vita gettandosi tra le onde. Leggenda vuole che in quel punto del mare, dove Capri aveva trovato la morte per amore, sorse un’isola stupenda e verdeggiante che da lei prese il nome. Vesuvio, venuto a sapere della tragica fine della sua adorata, fu assalito da una rabbia tremenda, a causa della quale iniziò “a gittar caldi sospiri e lagrime di fuoco”, e si trasformò nell’enorme Vulcano che campeggia padrone su tutto il Golfo di Napoli da allora.
Ancor oggi, Vesuvio si trova dirimpetto alla sua amata, e i due si guardano da lontano in nome di quella promessa d’amore fatta in gioventù e mai più dimenticata. Periodicamente, l’ira per non poter raggiungere la sua Capri, spinge il Vulcano a lampeggiare e a incornarsi di fumo.
Autore: Bruno Marchionibus